Già solo qualche secolo fa quelle ragazze che su TikTok consigliano rituali su come far tornare il proprio ex non se la sarebbero passata bene.
Da che si ha memoria l’idea di usare arti magiche senza la benedizione di qualche divinità, o al di fuori dell’ortodossia del momento, è sempre stata considerata un problema. Già nel codice di Hammurabi una persona accusata di stregoneria doveva essere sottoposta alla cosiddetta “ordalia del fiume”: se la persona, spinta in acqua, annegava, ciò era sintomo di colpevolezza. Se infatti almeno in quelle religioni che definiamo sommariamente “pagane” la magia permeava la società, non era accettata l’ipotesi di un utilizzo personale, svincolato dai rituali codificati e possibilmente con intenti “malvagi”. Questo è sicuramente il caso di una delle streghe più famose dell’antichità, protagonista e antagonista di innumerevoli tragedie, ovvero la principessa della Colchide Medea. Prima tramite la magia aiutante di Giasone e poi vendicativa assassina, ella è un ottimo esempio del nostro argomento: donna seducente dedita ad arti che sì, in alcuni casi possono essere preziosi aiuti, ma allo stesso tempo volubili sotto le redini di una donna intelligente e spietata. Questa sarà l’idea generale di strega che perdurerà nei secoli, strettamente legata all’idea di donna come essere tentatore e dedito a tramare contro gli uomini di turno. Per citare Keats una “belle dame sans merci” insomma. Un esempio reale di applicazione di questi pregiudizi è il caso della filosofa e matematica del V secolo Ipazia. Donna dedita ad attività culturali, pagana in un momento di transizione verso il cristianesimo e di lotte politiche, fu accusata di aver incitato quest’ultime tramite “stratagemmi satanici”, illazione che porterà al suo omicidio. Sempre in Egitto, dove visse Ipazia, già dall’epoca faraonica aleggiava l’idea di donne come cospiratrici, dato che le congiure nascevano spesso negli harem.

Ma se guidate non tanto da quel certo sessismo sotteso ma più dalla necessità di un pretesto le accuse non escludevano di certo anche gli uomini. Da questa evenienza nascono il De Magia e le Metamorfosi di Apuleio. Se la seconda è quella che possiamo considerare una rielaborazione letteraria di eventi della vita dell’autore, la prima non è che la sua difesa al processo per stregoneria a cui fu sottoposto. Sposata una donna anziana, Apuleio fu accusato dai familiari di lei di averla sedotta tramite la magia per appropriarsi della sua eredità, ma venne poi assolto.
Non a tutti però andò così bene. Nel 1782 vi fu l’ultima condanna a morte per stregoneria in Europa. Anna Göldi, donna di umili origini, fu accusata di aver prima attentato alla vita e poi guarito la figlia del suo datore di lavoro. Situazione sostanzialmente identica a quella di Tituba Indians, anche lei domestica, che però pur rea confessa riuscì a far perdere le proprie tracce, riuscendo a sopravvivere al grande processo delle streghe di Salem. In questo contesto molte donne e uomini di varie classi sociali furono imputati in quello che è forse il più famoso esempio di isteria di massa, ma i primi accusati furono persone indigenti, da Tituba, una schiava, a Sarah Good, una mendicante. È quindi abbastanza impossibile non pensare che le condizioni sociali di queste persone non abbiano contribuito a renderle un capro espiatorio per la crescente superstizione della città.
Ad oggi in alcuni paesi esiste ancora il reato di stregoneria, ma per nostra fortuna gli aspiranti maghi italiani devono “solo” temere l’articolo 661 del codice penale, l’ “Abuso di credulità popolare”. Purtroppo (per fortuna) anche a questo Halloween non potrete spaventare i vostri amici con una bella querela per stregoneria.
BIBLIOGRAFIA:
N. Grimal, Storia dell’Antico Egitto
G. Garbarino – L.Pasquariello, Vivamus Cultura e Letteratura Latina
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Ipazia
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Tituba
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Anna_G%C3%B6ldi
IMMAGINI:
Artista americano, A Girl Bewitched at a Trial, 1692
Francisco Goya, Il Sabba Delle Streghe, 1797-1798