LA SCELTA

Two roads diverged in a yellow wood,

And sorry I could not travel both

[…]

I took the one less traveled by,

And that has made all the difference.

Questi sono i versi iniziali e finali della poesia di Robert Frost (1874-1963) “The road not taken”. In questa poesia viene narrato che un uomo un giorno si trova davanti ad un bivio, indeciso sulla strada da percorrere: osserva la prima strada fin dove riesce e poi decide di percorrere l’altra, perché sembrava quella meno utilizzata. In un primo momento si illude di poter utilizzare il primo sentiero un altro giorno, ma sa bene che, scegliendo la strada opposta, non rivedrà più l’altra.

Questa poesia non è altro che una metafora della nostra vita: tutta la nostra esistenza è fatta da scelte, alcune più facili di altre: scegliere il luogo in cui si va in vacanza, scegliere il regalo per un’amica, ma anche scegliere di frequentare un determinato corso di studi. Quest’ultima scelta è più difficile, perché influenza il futuro di una persona.

Nella tradizione greca la scelta non esisteva, al contrario c’era il fato: si riteneva infatti che, qualunque azione una persona compisse, questa non avrebbe avuto importanti ripercussioni sul suo futuro perché il suo destino era già scritto; esso viene quindi considerato come ineluttabile.

Nella tradizione cristiana, al contrario, non abbiamo una fine già predestinata, già scritta. In questo caso si ha il libero arbitrio: ciò significa che le persone hanno effettivamente una scelta da compiere che influenzerà il loro futuro e il loro destino; esso non è ancora scritto.

In questo contesto, un esempio cinematografico che richiama ad entrambe le visioni della scelta può essere considerata Matrix: Matrix è una finzione, una simulazione di una realtà virtuale nella quale le persone sono erroneamente convinte di vivere autenticamente. Infatti, quando le persone in questa realtà prendono decisioni, non sanno che in realtà queste erano già tutte previste dall’Architetto, il fondatore di Matrix.  In questa prima parte si ha, quindi, un richiamo alla tradizione greca della scelta.

Durante l’incontro fra l’Architetto e Neo, il primo  aveva pianificato una certa reazione da parte sua; il protagonista, tuttavia, prende una scelta diversa rispetto a quella che l’Architetto pensava. Questa scelta è dettata dall’irrazionalità e dall’amore, non dalla logica. Sulla base di ciò, Neo riesce a confutare il pensiero dell’Architetto e a compiere il suo dovere come “Eletto”. In questo modo, Matrix suggerisce che, sebbene le forze esterne possano cercare di manipolare la realtà e il destino, l’individuo ha ancora la possibilità di scegliere liberamente, modificando il proprio futuro.

Alessia Ripamonti
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