Il 12 aprile 2024 è stata aperta al pubblico una nuova porzione di scavi rientranti nel complesso del Museo delle Antichità. La nuova aggiunta al patrimonio pubblico, seppur ancora sotto analisi degli studiosi, è quella della chiesa paleocristiana del Salvatore. Essa si trova al di sotto del Duomo cittadino ed è accessibile scendendo dai Musei Reali al Teatro Romano e avventurandosi nel retro della cava. Si passa quindi attraverso di essa dall’antichità al rinascimento, il quale si manifesta con il basamento del campanile del Duomo che irrompe nella stratigrafia della chiesa.
La chiesa del Salvatore ha la sua fondazione nel 398 d.C., ad opera di Massimo, primo vescovo di Torino, e attinge nella sua costruzione proprio dall’adiacente teatro romano ormai in disuso. Si possono infatti notare all’interno delle vestigia dell’edificio parti smembrate di opere più antiche: compare ad esempio in quello che fu l’ingresso un frammento marmoreo di chiara matrice romana.
In origine questa chiesa non era isolata, si affiancavano ad essa la chiesa di san Giovanni e di Maria. Come intuibile, esse furono poi sostituite dall’ora sovrastante Duomo.
Nella struttura dell’edificio sono riconoscibili tre navate (a cui se ne affianca una quarta sul lato del teatro) e all’interno della navata centrale una solea (una sorta di percorso sopraelevato e transennato). La chiesa presentava poi un’abside e un ingresso tripartito che la dimostrano orientata similmente al Duomo.
Si conservano alcuni tratti di affreschi e sono visibili alcune tombe risalenti all’alto medioevo.
Ho personalmente avuto il piacere di visitare il sito “in anteprima” grazie ad un corso universitario e ci sono state illustrate anche le modalità di musealizzazione volte a rendere visibile l’antico anche a chi non lo osserva per lavoro.
Due features della risistemazione del sito volte a ciò sono l’organizzazione dei pavimenti e dell’illuminazione. Infatti le diverse colorazioni del pietrisco del camminato vogliono rimandare all’idea di differenti pavimentazioni originarie oggi non conservate, se non una porzione in cocciopesto.
D’altro canto l’illuminazione ricostruisce attraverso linee a led gli schemi dei muri non conservati.
Il valore storico dell’edificio, sede in antico di un importante sinodo, e il suggestivo ambiente sotterraneo lo rendono un’interessante e originale meta, meno mainstream per una visita di Torino ma di grande arricchimento del panorama archeologico della città.
Link utili: https://www.museotorino.it/view/s/f500e215138e470ba5e8a8f25f8c5e8c
Foto: Alice Griffo