«So che sembra strano, ma sì: me l’hanno fatto vedere di persona e io non volevo crederci perché uno dice: ‘mah, non può essere, non può stare sotto al nostro naso e nessuno può e nessuno se n’è mai accorto’.»
Parto di nuovo con questa citazione, con cui avevo iniziato l’articolo CiccioGamer89, Minecraft, il fantastico sullo scorso numero di Einaudito. Di questa frase mi colpisce la parola «naso», che ritorna nel titolo di un racconto fantastico di Pirandello, intitolato Dal naso al cielo contenuto in Novelle per un anno. Consiglio a tutti di leggerla prima di continuare questo articolo: trovate il link tra le fonti in fondo all’articolo.
Nel racconto Romualdo Reda, un senatore e chimico e accademico dei Lincei, si ritira temporaneamente dai suoi studi per riposarsi in un albergo. Qui gravitano alcuni personaggi che fanno la vita da villeggiatura, tra cui Dionisio Vernoni, ex studente di Reda e appassionato di occultismo. La tranquillità dei villeggianti viene turbata da un evento inspiegabile: Ninì Gilli sente della musica provenire da un conventino abbandonato vicino all’albergo e vede al suo interno una processione di frati con delle candele. Il razionale scienziato Reda liquida tutto come un episodio di isteria, ma l’anti-scientista Vernoni dice di avere avuto un’esperienza simile qualche giorno prima. Poi inizia a parlare di certi esseri di cui noi nello stato normale non possiamo avere, per difetto nostro, percezione; ma che si rivelano a volte, in certe condizioni anormali, e ci riempiono di sgomento; esseri sovrumani, nel senso che sono oltre la nostra povera umanità, ma naturali anch’essi, naturalissimi, soggetti ad altre leggi che noi ignoriamo, o meglio, che la nostra coscienza ignora, ma a cui forse inconsciamente obbediamo anche noi.
E, per provocare Reda, inizia una carica a fondo contro la scienza positiva, contro certi cosidetti scienziati che non vedono una spanna oltre i loro nasi (ripetè quattro o cinque volte questa frase): frigidi miopi presuntuosi, che vogliono costringere la natura ad assoggettarsi alle esperienze, ai calcoli dei loro gabinetti, sotto il cilizio dei loro strumentucci e dei loro congegnucci miserabili.
Una notte Reda va al convento per cercare una spiegazione al fenomeno paranormale. Non torna e allora gli altri lo vanno a cercare. Lo trovano morto con il volto rivolto verso il cielo e con un esile filo di ragno che ha inizio nel suo naso ma di cui non si vede la fine. «E dal naso del piccolo senatore un ragnetto quasi invisibile, che sembrava uscito di tra i peluzzi delle narici, viaggiava ignaro, su su, per quel filo che pareva si perdesse nel cielo.»
Il centro del racconto sta proprio nel naso, Reda e il Cicciogamer89 che inizialemnte non crede a Herobrine hanno in comune proprio questo: l’incapacità di guardare oltre il proprio naso, di guardare verso una dimensione che va oltre il mondo consueto (quello fisico per l’uno e quello di Minecraft per l’altro) e le sue leggi. Entrambi pensano che il fatto sia spiegabile razionalmente e vanno alla ricerca. Mentre Reda muore, Cicciogamer89 non muore (anzi, diverrà milionario e lo annuncerà vestendosi da sceicco, non prima del famosissimo furto in casa mentre giocava a MotoGP) trova la cripta e il sepolcro di Herobrine e così accetta l’avvenimento fantastico, Il nostro caro paguro diventa così un profeta del fantastico, che si fa carico del fardello di raccontare a noi, poveri ignoranti abituati al razionalismo, a credere nell’esistenza di una dimensione altra, a credere nella possibilità di un transito dalla morte alla vita.
In Pirandello il ragnetto e il filo sono oggetti mediatori: certificano che è avvenuto un passaggio di soglia tra il mondo fantastico e quello naturale. Cosa rappresentano? L’esile filo porta lo sguardo degli altri personaggi verso l’alto, verso il cielo. La metafora di Reda (gli scienziati che non vedono una spanna oltre i loro nasi) ha preso forma tramite il potere evocativo del linguaggio. Mentre il ragno può rappresentare l’anima o la Natura, ma un’interpretazione univoca non c’è, anzi, proprio la sua ambiguità rende più affascinante questo insettino. In Minecraft la stessa funzione è assolta dalle schermate degli utenti che hanno visto Herobrine e dalla cripta nascosta nella demo del gioco che ci è mostrata da Cicciogamer89.
Trovo curioso che entrambi, senza saperlo, hanno usato la stessa parola e la stessa metafora per indicare che c’è qualcosa che non riusciamo a carpire con la sola nostra razionalità. C’è qualcosa che va oltre o almeno pensiamo che ci sia. Anche Leopardi parlava della capacità immaginativa dell’essere umano nello Zibaldone:
esiste nell’uomo una facoltà immaginativa, la quale può concepire le cose che non sono, e in un modo in cui le cose reali non sono. […] la facoltà immaginativa [fa] una delle sue principali occupazioni della immaginazione del piacere. E stante la detta proprietà di questa forza immaginativa, ella può figurarsi dei piaceri che non esistano, e figurarseli infiniti.
Infatti:
La malinconia, il sentimentale moderno ec., perciò appunto sono cosí dolci, perché immergono l’anima in un abbisso di pensieri indeterminati, de’ quali non sa vedere il fondo né i contorni. […] Perché in quel tempo l’anima si spazia in un vago e indefinito. Il tipo di questo bello e di queste idee non esiste nel reale, ma solo nella immaginazione.
Ma l’immaginazione fantastica di cui parla Leopardi è qualcosa di sublime, non di perturbante, come lo è in Pirandello e in Cicciogamer89. Parlare fantasticamente di Herobrine o della morte di Reda richiede un po’ di immaginazione: ma questo sforzo della mente di immaginare che le leggi naturali siano a un tratto svanite nel nulla ci fa affacciare sull’abisso, non verso quell’infinito in cui è dolce naufragar. E mentre l’immaginazione di Leopardi non si figura oggetti inesistenti nel reale, quella di Pirandello e Cicciogamer89 fonda il suo essere perturbante proprio nel fatto che l’evento di cui si parla sembra al confine tra realtà e finzione.
Ora distogli lo sguardo da quello schermo a una spanna del tuo naso su cui stai leggendo l’articolo, e guarda verso l’alto, o almeno a due spanne dal naso. C’è un ragnetto che sta salendo «verso l’alto» su di un filo?
Fonti:
CiccioGamer89, La leggenda di Herobrine e la sua Tomba Perduta ! Full HD https://www.youtube.com/watch?v=muSrWALYUO4 (la citazione di inizio articolo si trova a 2:35), 2012
Luigi Pirandello, Dal naso al cielo: https://it.wikisource.org/wiki/Dal_naso_al_cielo
Prima citazione dello Zibaldone, pag 167: https://it.wikisource.org/wiki/Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/167
Seconda citazione dello Zibaldone, pag 170: https://it.wikisource.org/wiki/Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/170