COME RENDERE INTERESSANTE (BANALE) L’ARCHEOLOGIA: STEP BY STEP DALLA TELEVISIONE

“A Pompei scoperto un nuovo straordinario affresco”. Grazie TG, a Pompei c’erano case e le case avevano affreschi, non mi aspettavo ci trovassero affreschi nelle case.

Nel senso, apprezziamo tutti la comunicazione di una scoperta archeologica ma sarebbe meglio se non fosse solo un riempitivo per allungare il telegiornale e far dire al telespettatore quanto sia bella l’Italia, il paese della cultura, e che belli i borghi italiani. Sarebbe interessante avere un pò di approfondimento e magari fatto bene, non come quello che viene mediamente trasmesso. Si, perché qualche “documentario” c’è ma spesso sono più sensazionalismo che altro. Sembra che per rendere interessante l’archeologia serva aggiungere qualcosa, ma cosa?

Innanzitutto, mistero. Non importa se una cosa è stata già spiegata, se ci siano teorie ragionevoli a riguardo, se si stiano compiendo studi approfonditi. Meglio puntare tutto su qualche maledizione. A Tutankhamon fischiano le orecchie di continuo, ma non è l’unica vittima. Un’altra cosa utilissima è una buona figura femminile, misteriosa ovviamente. Perché se dobbiamo parlare di donne si deve mettere l’accento soprattutto sulla loro vita amorosa, un pò di gossip ci sta sempre bene, e magari anche un pò di scollatura.

Per condire il tutto, “false crime”: misteriosissimi omicidi e sacrifici umani, che poi magari non si facevano, ma ormai la diffusione del cristianesimo ha imposto la credenza che i pagani si divertissero così. Non deve mancare poi l’aggiunta di qualche pseudoscienza o intervento di figure poco legate all’ambito, in un modo o nell’altro comparirà un religioso e magari pure l’inquisizione e gli esorcismi, ma pure astrologia e un poco stereotipati riferimenti a “credenze orientali” non sono rare comparse.

Rimarrà poi sempre un mistero (vero questa volta) perché per un programma che sarà trasmesso in Italia e girato in Italia debba essere chiamato a parlare di Venezia non un esperto veneziano (Venezia, Veneto) ma un esperto veneziano (Venice, Los Angeles, California). O dall’altro lato se si sta intervistando un esperto straniero perché farlo in italiano se tanto non lo capisce.

Se si registrano poi scene in loco mi raccomando, musica da film horror e suspense, sia mai che quel corridoio messo in sicurezza per la troupe non sia davvero sicuro (Mummie? Zombie? Vampiri? Chi lo sa cosa si può incontrare in un sito turistico). C’è in particolare un programma che si erge per infamia e il cui nome serpeggia tra le cattedre universitarie di archeologia, e mi è arrivata testimonianza direttamente di come l’autore si consulti con esperti prima di parlare, ma anche di come volontariamente alteri poi ciò che gli è stato detto. In ogni caso, aggiunti tutti questi ingredienti potrete sfornare un ottimo servizio televisivo: secondo piatto “I Misteri di…” con salsa di complottismo e contorno di presentazione e divulgazione di un argomento culturale. E come dolce, scene post credit con ricostruzioni poco storiche e poco vestite.

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