IL COLORE DELL’ACQUA

Se cercate un romanzo corale che racconta le storie di due vite che vi spezzeranno il cuore, allora
ho il romanzo che fa per voi.
Questa storia ha inizio con Rachel Deborah Shilsky, nata in Polonia in una famiglia di ebrei
ortodossi. Rachel cresce nell’America degli anni Venti tra un padre abusante e severo e la
dolcezza di Mame, fino a quando, nel 1941, fugge ad Harlem per sposare un nero e viene
ripudiata dai suoi familiari.
Da quel momento Rachel Deborah Shilsky è morta. La sua storia inizia così e anche quella del
nostro scrittore, James McBride.
Cresciuto in una famiglia numerosissima, James rimane all’oscuro della storia di sua madre sino
all’età adulta, quando, per scoprire la sua identità, comincia ad indagare sulla storia della madre.
Chi è Ruth McBride? Cosa si nasconde dietro alla sua persona?
“Ai miei occhi la sua immagine in sella a quella bicicletta simboleggiava tutta la vita di mia madre:
la sua stravaganza, il suo disinteresse per quello che gli altri pensavano di lei, la sua noncuranza
di fronte a quanto io consideravo un pericolo imminente, cioè i bianchi e i neri che la odiavano
perché era una bianca che viveva in un mondo di neri. Non se ne accorgeva”.
Queste sono le prime parole che descrivono Ruth, una donna coraggiosa, instancabile ma
soprattutto fragile, che metteva al primo posto la fede e l’educazione, uno strumento per lei
fondamentale al raggiungimento della libertà.
“Il colore dell’acqua” è un romanzo commovente e in certi punti doloroso che enfatizza il tema del
razzismo, della droga e della violenza (sia sessuale sia economica) con una descrizione
disincantata di un’America alla ricerca dell’uguaglianza in un mondo caratterizzato dalla spietata
divisione razziale.

Dèsirèe Mattarello
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