LA CORRUZIONE DELL’INFORMAZIONE DI UNO STATO SATELLITE

Dopo aver letto il nuovo libro di Alessandro Orsini:”Casa Bianca- Italia: la corruzione dell’informazione di uno Stato satellite”, vi vorrei parlare di alcuni argomenti che ho trovato particolarmente interessanti.

Premessa fondamentale dell’articolo è che con corruzione dell’informazione non si intende che i giornalisti, opinionisti o conduttori televisivi  italiani vengano pagati con bustarelle o cose del genere, ma il concetto è legato alla compenetrazione tra i poteri, in particolare il controllo politico dell’informazione, che mina la sua “purezza” e per questo la “corrompe”. Invece lo stato satellite a cui si fa riferimento nel titolo è proprio l’Italia, che gravita politicamente intorno agli Stati Uniti incessantemente.

Come abbiamo potuto constatare da 3 anni a questa parte, una volta scoppiata la guerra in Ucraina, tutto ciò che riguardava la Russia ha assunto un significato negativo. I pochi opinionisti e studiosi che portavano e tutt’oggi portano una visione diversa del conflitto , provando a ricercare cause più profonde, legate ad un atteggiamento dei paesi della Nato nei confronti della Russia, vengono tacciati come filo-putiniani o “spie russe” ,come definite da La Repubblica. Quello che si proverà a fare in questo articolo, è mostrare l’opposto, ovvero che a causare la corruzione dell’informazione nel nostro Paese non sono i fantomatici “pifferai di Putin” o ”pacifinti”, ma quell’ampia fetta di giornalisti fedeli alla Casa Bianca.

Fin dal crollo dell’Unione Sovietica, una volta ridisegnate le sfere di influenza, è stato chiaro il dominio degli Stati Uniti nella scena internazionale. Il filo-americanismo è diventato il discrimine tra il Bene e il Male e requisito fondamentale per assumere determinate cariche nella politica italiane, tra cui ad esempio la presidenza del Consiglio, ma anche altre cariche di grande rilievo.

Vediamo subito di argomentare questa affermazione così netta, ma prima distinguiamo tra due tipi di filo-americanismo: il filo-americanismo culturale e il filo-americanismo politico. Il primo è un sentimento di ammirazione nei confronti della società americana e dei suoi valori e può essere facilmente condivisibile per certi versi, mentre il secondo è un atteggiamento di soggezione nei confronti della Casa Bianca, utilizzato come ascensore sociale e per ovvi benefici di carriera. Queste 2 differenti tipologie non è detto siano presenti contemporaneamente in uno stesso individuo: è il caso di Meloni. Il nostro presidente del Consiglio ha da sempre mostrato una avversione verso quel crogiolo di popoli e culture differenti che per sua natura rappresentano la società americana, quindi possiamo dire che Meloni è culturalmente anti-americana , ma politicamente è assolutamente filo-americana… vediamo alcuni motivi.

Meloni ha subito accolto la richiesta di Biden di uscire dagli accordi per la nuova Via della seta con la Cina (6 dicembre 2023), nonostante gli investimenti cinesi potessero rappresentare una occasione di sviluppo non indifferente. Sempre riguardo la Cina, Meloni ha accolto la richiesta di Biden di inviare la sua nave da guerra più importante, la portaerei Cavour, nell’Indo-Pacifico in funzione anti- cinese, nonostante l’Italia non abbia alcun interesse a portare avanti politiche ostili nei confronti della Cina. Passando a eventi di cronaca più recenti Meloni ha accolto la richiesta della Casa Bianca di arrestare, il 16 dicembre 2024, un ingegnere svizzero-iraniano, innocente per le leggi della nostra Repubblica ma accusato dagli Stati Uniti di aver fornito materiale tecnologico per la costruzione di droni per il Corpo delle guardie della Rivoluzione islamica (che tra l’altro non è stata riconosciuta dall’Italia come associazione terroristica). Ultimo esempio per mostrare il suo filo-americanismo politico è l’incontro dei principali leader europei all’Eliseo all’indomani della decisione di Trump di escludere l’Unione europea dal tavolo delle trattative con la Russia, al quale Meloni si è presentata con un’ora di ritardo dicendo:” Questo non può essere un tavolo contro Trump”.

Se il filo-americanismo politico è necessario ad oggi per diventare presidente della Repubblica allora vuol dire che i rapporti di potere tra i 2 stati (Italia e Usa) sono chiari nel loro assoluto sbilanciamento e il sistema di informazione, soggetto spesso ad un controllo politico, si corrompe proprio per questa compenetrazione dei poteri e ne nasce una categoria definibile come “il giornalismo filo-americano” che, sebbene non rappresenti la totalità dei giornalisti, dirige gran parte della nostra informazione.

Gli obiettivi di questa categoria sono: ritrarre la Casa Bianca in maniera sempre positiva: se gli Stati Uniti vengono sconfitti in Ucraina per mano russa, i grandi media italiani affermano il contrario, ovvero che la Russia avrebbe dovuto conquistare l’Ucraina in 3 giorni, non in 3 anni e che dunque si è dimostrata debole. Il secondo fine è nascondere i crimini contro l’umanità della Casa Bianca(o dei paesi Nato) o parlarne il meno possibile: se la Casa Bianca arma un genocidio a Gaza, invade l’Iraq illegalmente nel 2003, distrugge Belgrado bombardandola per 78 giorni di fila senza l’approvazione dell’Onu nel 1999 e causando 2500 morti civili( tra cui 89 bambini) o,per uccidere Gheddafi e forzare un cambio di regime in Libia nel 2011, si porta dietro più di 1000 morti civili, allora questo non è oggetto di dibattito, né di condanne morali, in quanto gli Stati Uniti sono una democrazia e il loro dovere civile è quello di esportarla e inoltre ci hanno liberato dal fascismo… quindi  va bene tutto! Il terzo obiettivo del giornalismo filo-americano è quello di attaccare i critici della Casa Bianca.

Vediamo ora un paio di esempi di corruzione dell’informazione nel nostro sistema giornalistico:

  1. Il finto piano di pace di Draghi: il 18 maggio 2022, il governo Draghi annunciò un piano di pace, in quanto consapevole del fatto che  gran parte degli italiani non volesse una guerra all’ultimo sangue con la Russia, per l’evidente rischio nucleare. I grandi media e i giornali, come Repubblica che lanciò lo scoop, celebrarono Draghi come baluardo di pace. Draghi in realtà, però, stava semplicemente manipolando l’opinione pubblica mostrandoci quello che ci piaceva: la pace e nascondendo o meglio secretando quello che forse non ci piaceva tanto: l’invio di armi (gli obici FH-70) a Zelensky. Per questo si può definire come “finto” questo piano di pace, oltre al clamoroso fatto che non sia stato concordato né con la Russia né con l’Ucraina… e solitamente i piani di pace dovrebbero essere concordati con le parti in gioco..
  2. L’invio di armi: la nostra Costituzione nell’articolo 11 ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali. Fin dallo scoppio della guerra i nostri governi (prima Draghi e poi Meloni) hanno approvato l’invio di armi all’Ucraina e i giornalisti filo-americani hanno sostenuto che l’esecrazione della diplomazia avrebbe avvicinato la pace attraverso l’invio di armi sempre più pesanti, perché il pensiero condiviso in quegli ambienti e a noi proposto in forma propagandistica era la sconfitta militare della Russia, che poteva avvenire solo attraverso il totale sostenimento armamentario.

Una delle regole del giornalismo filo-americano è il “non dare fastidio” e dunque evitare di criticare le politiche della Casa Bianca. Temi come la guerra in Ucraina sono stati silenziati quasi del tutto dalla televisione italiana quando si è capito che l’esercito ucraino era in seria difficoltà. Stessa sorte è toccata al bombardamento di Gaza, in quanto, essendo uno dei più grandi stermini della storia dell’umanità, creava disagio alla Casa Bianca per 3 motivi principali. Il primo motivo di imbarazzo è che le armi con cui Netanyahu massacra i palestinesi sono state fornite dalla Casa Bianca, il secondo  è che ha svelato il fatto che all’occorrenza anche la più forte democrazia del mondo viola i diritti umani e il diritto internazionale al pari se non più delle dittature, e infine il terzo motivo è che mostra in maniera troppo evidente il cinismo dei giornalisti filo-americani che hanno chiesto a gran voce sanzioni pesantissime contro la Russia, ma non contro Israele.

Termino questo articolo parlando di un ultimo caso di compenetrazione dei poteri( ovvero, ripeto, il controllo politico dell’informazione)  forse più vicino alle nostre vite comuni e dunque di più forte impatto. Parlo dello scandalo Ghali e della “cura” rappresentata dal festival di Conti. Il 10 febbraio 2024 Ghali ha denunciato il genocidio a Gaza sul palco del Festival di Sanremo. L’ambasciatore israeliano a Roma ha subito alzato la voce contro la Rai gridando allo scandalo e alla strumentalizzazione del Festival. Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia filo-Netanyahu  e componente della commissione di Vigilanza Rai, chiese alla Rai di scusarsi con Israele. Il giorno dopo Mara Venier, a Domenica In, legge un comunicato a sostegno di Israele e privo di qualsiasi accenno al massacro in atto in Palestina per mano di Netanyahu (e con la nostra complicità), questo perché la seconda regola del giornalismo filo-americano è “non criticare”, come detto in precedenza. Carlo Conti ha voluto depoliticizzare il Festival. Nel frattempo era venuto fuori, infatti ,tramite inchieste giornalistiche, che l’Italia aveva mandato armi come bombe, granate, siluri, mine ecc. per un valore di 730.000 euro circa a dicembre 2023, quasi raddoppiati l’anno successivo…Conti ha dunque eliminato i monologhi per evitare lanci di messaggi politici non graditi. Ha però parlato di altre stragi, di un tema carissimo alla destra italiana, ovvero delle foibe…peccato che il giorno del ricordo delle foibe era il 10 febbraio, mentre il Festival è iniziato l’11.  

Spero di aver dato una panoramica del sistema giornalistico filo-americano seppur negativo, ricordando però sempre che le eccezioni esistono e gli esempi virtuosi di menti libere è sotto ai nostri occhi, se si sa dove cercare. Vi consiglio a questo punto, per approfondire molto di più questi argomenti, la lettura dell’ultimo libro di Alessandro Orsini :” Casa Bianca- Italia: la corruzione dell’informazione di uno Stato satellite”.

Alla prossima😊

Bibliografia:

“Casa Bianca-Italia: la corruzione dell’informazione di uno Stato satellite” , Alessandro Orsini

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