“LA DONNA GELATA” DI ANNIE ERNAUX

Nel 1981, Annie Ernaux decise di pubblicare “La femme gelée” e fu un libro scandalo. La società
francese dell’epoca non accolse bene il libro, nonostante ci fosse appena stato un decennio
molto attivo dal punto di vista femminista e presto questo libro cadde nel dimenticatoio.
Quarant’anni dopo, “La femme gelée” diventó un caso editoriale e fu pubblicato in Italia nel 2021
dalla casa editrice L’Orma Editore.
L’autrice, in questo libro, ci racconta l’educazione sociale e sentimentale di una donna nata negli
anni Quaranta e ci fornisce un’analisi lucida e cruda del ruolo della donna all’interno della
società. Annie Ernaux, nei suoi romanzi, parte sempre da sé stessa, fondendo l’io personale con
l’io collettivo per descriverci la disparità della donna all’interno del contesto sociale.
Il romanzo si articola in due parti: quella dell’infanzia e dell’adolescenza, un luogo ovattato dove
non ci sono distinzioni di genere in cui “non si sa nulla di capofamiglia distaccati e solenni, la cui
parola è legge” e quella dell’età adulta, dove nascono gli squilibri di ruoli tra moglie e marito, tra
madre e padre. Qui, si distrugge il punto di riferimento della sua infanzia, cioè la convinzione che
“la cultura e un buon lavoro l’avrebbero protetta da tutto, incluso il potere degli uomini”.
È qui che subentra “la donna gelata”, legata ancora – nonostante il tempo e lo spazio – all’ideale
tradizionale di moglie e madre, “sempre attenta ai bisogni degli altri, come se per una donna non
ci fosse nulla, proprio nulla, di più importante”. Un’idea di donna quasi alienata al suo ruolo di
madre e moglie, senza una rete sociale e lavorativa, abbandonata a sé stessa.
Annie Ernaux tramite queste parole, usando una prosa essenziale e concreta, ha scritto il suo
personale manifesto femminista e non potevo non parlarvene.
Leggete questo libro straordinario, non ve ne pentirete.

Dèsirèe Mattarello
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