LA PSEUDOSCIENZA DIETRO IL SIGNORE DEGLI ANELLI

Da innumerevoli decenni il mondo fantastico del Signore degli Anelli, romanzo epico fantasy scritto da J.R.R Tolkien e pubblicato tra il 1954 e il 1955, ha incantato e affascinato milioni di lettori, creando una delle fanbase più vaste ed appassionate. Teorie, speculazioni, collegamenti di ogni genere… i veri fan si sono sbizzarriti contribuendo alla sua crescita, ergendolo a colonna portante del genere fantasy. Perché dunque non collegarci anche un po’ di scienza?

Magari Tolkien non apprezzerà ( in realtà è stato abbastanza esplicito in una delle sue Lettere allo  sceneggiatore americano Morton Grady Zimmerman in seguito ad una proposta di riduzione cinematografica del suo romanzo: la “scientificizzazione” è qualcosa che Tolkien proprio non sopporta), ma noi procederemo lo stesso in questa direzione.

Ci sono sicuramente più modi per affrontare la questione. Il primo potrebbe essere tentare di spiegare gli elementi magici mostrando come i loro effetti possano rientrare nel quadro teorico delle leggi tradizionali e conosciute della fisica. Si rimane dunque nel nostro “paradigma” direbbe Kuhn.

Un secondo approccio potrebbe invece essere quello di fornire nuove leggi scientifiche che governerebbero la Terra di Mezzo… in tal caso l’identificazione tra i nostri mondi sarebbe (purtroppo) impossibile e saremmo costretti a vedere questi racconti non come il passato leggendario e mitologico del nostro mondo, ma come qualcosa di separato :’)

Oppure si potrebbe optare per una via di mezzo per la Terra di mezzo. Tal compromesso si basa sullo spiegare ciò che è possibile con la nostra scienza e invocare una “mancanza di informazioni” sulla fisica o sulla Terra di Mezzo stessa per spiegarne altre.

Iniziamo questa analisi prettamente pseudoscientifica con una affermazione importante e largamente condivisibile: gli Elfi sono esseri assurdi.

Essi possono sposarsi con gli uomini e generare prole fertile,  pertanto sono della stessa specie (evitiamo casi di ibridazione).

Però hanno piccole differenze fisiche che li distinguono da noi: sono immortali (è più corretto parlare di “longevità seriale”). Le loro cellule, al posto di invecchiare fino a smettere di rinnovarsi, rimangono sempre nuove di zecca. Inoltre sono immuni alle malattie e sembra che uno di questi due fattori possa essere ereditato da chi ha sangue misto, infatti essi vivono più a lungo rispetto agli umani “puri”.

Un’altra caratteristica fondamentale degli Elfi è la loro straordinaria vista. Legolas può vedere con chiarezza un gruppo di Orchi a dodici leghe di distanza e descrivere con accuratezza la guardia reale di Éomer a una distanza di cinque leghe. Il potere di risoluzione dipende dalla larghezza della pupilla e dalla lunghezza d’onda della luce osservata. Se Legolas utilizzasse solo la luce visibile, dovrebbe avere l’aspetto di un tarsio, con due occhi enormi e sporgenti.

 Essendo dal punto di vista estetico poco equilibrato e alquanto sgradevole, una possibile soluzione potrebbe essere che gli Elfi dispongano di una parte più ampia dello spettro ad alta frequenza, ovvero della luce ultravioletta. Questo in realtà non è stranissimo, molti insetti possono vedere gli UV e anche gli umani potrebbero farlo se solo le loro lenti non bloccassero tali frequenze. Quindi le lenti elfiche trasmettono radiazione elettromagnetica ad alta energia!

 Ma quello che più affascina di questa impressionante dote è il fatto che Legolas in uno di questi avvistamenti riesce a notare che ci sono esattamente105 uomini che galoppano in pianura… Essendo estremamente complesso contare con precisione fino a tal numero, data la compattezza del gruppo di cavalieri, verrebbe da pensare che lo abbia semplicemente visto “al primo colpo d’occhio”. Questo tratto è avvicinabile a sofisticate forme di autismo, il che lo rende ancora “umano” seppure incredibile.

Oltre a questa capacità da “calcolatori prodigi”, un’ultima differenza tra Elfi e Uomini che possiamo citare riguarda il loro metabolismo. Durante il celebre e faticoso inseguimento degli Orchi Uruk-hai nelle terre di Rohan, ci viene detto che Legolas ha trovato tutto il suo sostentamento nel pan di via, o “lembas”. Certamente tal cibaria  non può contenere molta vitamina C (perché banalmente si degrada velocemente) e visto che, a differenza di Aragorn e Gimli, l’Elfo non mostra segni di affaticamento allora sicuramente l’avrà sintetizzata autonomamente!

Ci siamo concentrati solamente su quanto appreso dai libri, evitando di parlare delle incredibili scene di stunt presenti ad esempio nel film nello Hobbit, dove Legolas sfida la gravità con delle combo che non si vedono nemmeno in Dragonball a momenti.

Passiamo ora rapidamente agli ingegneri della Terra di Mezzo: i Nani. Nel loro periodo d’oro tanto generosi da fornire armature e armi agli Elfi che li ricambiavano chiamandoli “Razza Stentata”, nel tempo hanno manifestato tratti isolazionisti. (Non parlerò del perché le Nane hanno la barba).

Un caso più peculiare è rappresentato dagli Uomini che prima della Caduta di Númenor erano all’apice dello sviluppo tecnologico e subito dopo questa catastrofe i supersiti, i Dúnedain, sembravano aver disimparato anche le più semplici forme di tecnica. Ci si potrebbe chiedere: “Perché?”. Sicuramente Annatar, il Signore dei Doni, ha accelerato le conoscenze dei númenoriani, ma un ruolo importante è stato giocato dai così detti “Fedeli”, leali ancora agli Elfi, veri e propri tecnofobi che rifiutavano tutto ciò che riguardasse Sauron e consideravano dunque tecnologie avanzate come forme del demonio.

Però la magia andava bene a quanto pare, in quanto si servivano abitualmente dei Palantíri,  pietre dai poteri poderosi che non sembrano rispondere ad alcuna legge fisica conosciuta. Orientandole in maniera corretta permettevano di vedere a miglia di distanza e di tenere conversazioni telepatiche tra possessori di pietre diverse. Qui la scienza sembrerebbe  fallire in maniera clamorosa…dal momento che i Palantíri possono vedere attraverso le montagne, si potrebbe pensare che emettano qualche tipo di radiazione non bloccabile facilmente, come ad esempio i neutrini, ma in tal caso perché dovrebbero riflettersi sull’obiettivo rendendo visibile l’oggetto, visto che i neutrini non rimbalzano?

In questo caso forse ci si può appellare a: “ Dati insufficienti”. Anche se la domanda “E’ quantistico?” è alquanto golosa. Ma invece buttiamoci con una certa nonchalance su una possibile soluzione: i wormhole,  tunnel iperspaziali. La luce reale che illumina la scena,prendendo una scorciatoia extra dimensionale,  ritornerebbe alla pietra permettendo una visuale ottimale , come se l’osservatore si trovasse sul posto. E’ inoltre coerente con il fatto che la pietra non “vede” al buio. Il problema principale è rappresentato ovviamente dalle conversazioni telepatiche… come è possibile trasmettere il pensiero attraverso un wormhole?

Lascio al lettore la semplicissima dimostrazione di questa proprietà

Concludo,( per non rendere infinito questo articolo) parlando di un ultimo oggetto magico decisamente interessante: lo Specchio di Galadriel. Esso mostra futuri possibili, inclusi eventi che potrebbero non accadere. Qui la  domanda “E’ quantistico?” trova un terreno fertile, in quanto è impossibile non pensare all’interpretazione a Molti Mondi della fisica quantistica. Essa esprime , in breve, che ad ogni evento possibile l’Universo si divide in due mondi possibili, garantendo così  l’esistenza di infiniti universi paralleli. Quindi fondamentalmente lo Specchio di Galadriel non osserva il futuro del mondo dell’osservatore, ma una serie di mondi paralleli in cui gli eventi evolvono in maniera differente. Sicuramente questo è un ottimo modo per ignorare il Rasoio di Occam, cercando di evitare a tutti i costi la probabilità ( tutti gli eventi possono verificarsi). Non impelaghiamoci nella possibile interazione tra questi mondi altrimenti non se ne esce…

Molte altre questioni potrebbero essere affrontate, ad esempio i poteri degli Anelli, che cosa è davvero il mithril (troppo perfetto per essere vero) e come si è passati, geneticamente parlando dagli Elfi agli Orchi. Sono sicuramente questioni interessanti di cui ora non c’è modo di parlare.

In questo articolo si è voluto dimostrare come sia possibile, in maniera perlopiù randomica, fare della “scienza” anche su qualcosa che sembra appartenere ad un mondo completamente diverso e lontano. Consiglio ovviamente, a tal punto, la lettura del romanzo e la visione della trilogia estesa per chi, incredibilmente, non lo abbia ancora fatto!

Alla prossima!

Questo articolo è dedicato a te, oh già! (Chi deve intendere intenda)

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