MY ART WRAPPED

(N.B: L’articolo sarebbe dovuto uscire prima della fine del 2024, quindi gli argomenti trattati sono da contestualizzare a quel periodo temporale, buona lettura:) )

L’anno sta volgendo al termine e, anche se l’atmosfera natalizia forse non è più magica come un tempo, a ricordarlo c’è l’atteso, quanto temuto, “Spotify Wrapped”.

Il riassunto più bramato da tutti gli amanti della musica usufruibile tramite piattaforma streaming. Si tratta di un evento canonico e spesso ci si ritrova a fare pronostici sui propri artisti più ascoltati oppure a correre al riparo, iniziando ad ascoltare nuova musica, per evitare che le playlist estive definiscano tutta la nostra personalità in fatto di musica.

Mi duole deludervi, ma non sarà l’ascolto compulsivo di fine novembre a ribaltare la classifica dell’intero anno.

Se quest’estate siete andati avanti ad Anna Pepe, mi dispiace ma la baddie ve la ritroverete anche nel messaggio di saluto che Spotify ha pensato per voi. Poi se a settembre siete andati in fissa con “Locura”, nuovo album di Lazza; allora quest’ultimo artista comparirà nella vostra top three.

Infine non stupitevi se al quarto posto troverete una band internazionale semisconosciuta come prova del fatto che si può esser misteriosi anche se si conoscono tutte le hit estive italiane. Oppure se al primo posto campeggia il viso di Michele Salvemini (per i meno acculturati: Caparezza) che ha da poco annunciato la scrittura di un nuovo album e quindi avete deciso di ripassare l’intera sua discografia per ammazzare l’attesa.

Quanto sarebbe bello, però, avere un riassunto per ogni nostra passione?

Nel mio caso desidererei ricevere una notifica sul mio “Art Wrapped”.

Purtroppo tutto ciò non esiste ancora ed ecco il perchè mi tocca fare da sola.

Al primo posto, tra i vari musei, palazzi storici e mostre che ho avuto il piacere di visitare, inserirei senza troppi indugi il “Leopold Museum” di Vienna. Si tratta di un complesso museale che espone capolavori d’arte moderna austriaca ed ospita la collezione di Egon Schiele più grande ed importante al mondo.

L’argento mi sento di conferirlo alla “East Side Gallery” di Berlino, la più lunga galleria d’arte all’aperto al mondo e che ospita oltre cento dipinti murali originali realizzati per celebrare la caduta del Muro.

Sul gradino più basso del podio troviamo, infine, “Schloss Belvedere” tappa fissa per ogni visitatore che soggiorna nella capitale austriaca.

Sono troppo combattuta, ahimè, su chi possa aggiudicarsi il quarto o quinto posto, ma ho già in mente quali sono le opere che maggiormente mi sono rimaste impresse durante questo 2024.

Il ciclo della vita

Gustav Klimt, Morte e Vita – 1908/15

Gustav Klimt, uno dei principali esponenti della Secessione Viennese, ha voluto rappresentare il momento mori per mezzo della dicotomia tra la morte e la vita.

Da un lato della tela, rappresentato con colori caldi e tenui, vi è un groviglio di corpi seminudi. Tra di essi c’è una madre che regge un bambino, una donna anziana, varie figure femminili ed infine una coppia che si abbraccia. Tutte allegorie delle diverse fasi della vita, un’esistenza che dunque scorre serenamente senza che ci si preoccupi dell’arrivo della morte.

Eppure Thanatos incombe.

Sulla sinistra appare, infatti, la morte, figura ammantata da un lungo abito scuro ed il cui viso è un teschio, che, come propone la sua postura, sembra in procinto di colpire l’umanità.

Escape is mighty a method

Susanna Kunjappu-Jellinek, Curriculum Vitae – 2009

“Curriculum Vitae” è uno degli oltre cento murales oggi presenti sul Muro di Berlino. Fu realizzato, per la prima volta, nel 1990 e quella versione originale esprimeva il sentimento comune di gioia per la fine della divisione tra le due Germanie.

Invece, il murales che possiamo ammirare oggi, ancora preceduto da alcune modifiche apportate nel 2000, riassume la storia del Muro che ebbe inizio nel 1961 e che si concluse nell‘89.

Vi sono poi alcuni tocchi di colore rosato che rappresentano 136 petali di rosa, ovvero il numero delle persone che persero la vita sotto il regime di confine della RDT. L’artista volle poi anche aggiungere il proprio pensiero riassumibile nelle due scritte presenti ai piedi dell’opera: “Escape is a mighty method to destabilise dominion. Gratitude to the killed and surviving refugees”.

L’amata

Egon Schiele, Ritratto di Wally – 1912

Walburga Neuzil, o semplicemente Wally, è stata una figura fondamentale per l’esistenza e la produzione artistica di Egon Schiele. I due si conobbero nel 1911, quando lei non era ancora maggiorenne e lui era poco più che ventenne, e la loro relazione, dapprima solo lavorativa dato che la giovane posava per il pittore, fu profonda e complessa.

Il ritratto realizzato nel 1912 è un emblema dell’importanza che il disegno riveste nella produzione schieliana.

Un tratto deciso e colori vivaci, ma pastosi, sempre messi in connessione con le linee e le forme; sono il riassunto dell’opera.

Oggi, il quadro è posto accanto all’ “Autoritratto con Alchechengi” e, dunque, Wally ed Egon si ritrovano vicini, nonostante in vita si fossero allontanati.

altri post