RISOTTO DI CARLO CONTI

Ingredienti:

-Riso Carnaroli 250gr

-Porro

-Barbabietola

-Pecorino

-Burro

-Parmigiano

-Cipolla

-Carota

-Dado vegetale (opzionale)

-Mezzo bicchiere di vino rosso

-Olio

-Sale

-Pepe

Preparazione

E siamo alla ricetta della settimana Sanremese, chi l’avrebbe mai detto di arrivarci vivi anche quest’anno. Certo meno in forma di Massimo Ranieri, ma chiaramente io non farò addominali cantando sul palco a 80 anni e passa, quindi chill. Bando alle ciance, partiamo subito, che a dettarmi il tempo ho gli editori che neanche Carlo Conti (va bene, va bene, mi sbrigo e non faccio dichiarazioni politiche). Palestina? Non so di che parli, se non è la Terra di Mezzo non ce ne frega niente.

Comunque, oggi ho deciso di fare un risotto e per la versione video vi rimando al reel così si ascolta un po’ di Marco Castello che tra Tony Effe e Fedez almeno ci ripigliamo un attimo. Partiamo mettendo su il brodo; da acqua fredda facciamo bollire insieme mezza cipolla, una carota a tocchetti, le foglie più esterne e pulite del porro e perché no, buttateci dentro anche il dado che non fa male, credo.

Giá che siamo lanciati facciamo anche la granita di barbabietola. Prendete un paio di barbabietole precotte al vapore, le tagliate a cubetti e le frullate con olio, sale e pepe. Aggiungete un goccio d’acqua se la consistenza risulta troppo densa e riponete il tutto in freezer.

Mentre l’acqua inizia a bollire giù un giro d’olio e la cipolla tagliata finemente, così non vi si potrà dire che si sente sotto i denti. Dopo di che mettiamo il riso a tostare, fino a che diventa bello traslucido e il profumo di tostatura sale forte nell’aria. Attenti a non bruciarlo però, che se no mi fate diventare il riso Amadeus un riso Carlo Conti, e chiaramente non è la stessa cosa.

Intanto fate stufare un porro tagliato finemente in una padella, aggiungete poi il sale e un goccio di pepe.

Quando il riso è tostato versiamo mezzo bicchiere di vino rosso, in modo da fargli prendere un colore rosato. Fate sfumare bene l’alcol, se no vi ritroverete un riso avvinazzato che neanche Grignani e Gigi D’Alessio ai migliori concerti di Capodanno.

Dopo che i vapori dell’alcol sono sfumati e quello che pensavate Michael di The Office è ritornato Brunori Sas iniziate a cuocere il riso. Versate il brodo un po’ alla volta, deve sobbollire, ma senza mai attaccarsi. Qui mi sarebbe piaciuto fare una battuta su risse o botte a Sanremo, ma quest’anno il clima è a dir poco pensionistico. Ho visto lotte per un loculo farsi più agguerrite, ma è ok dai.

TUTTA L’ITALIA! TUTTA L’ITALIA! TUTTA L’ITALIA!

Ok no scusate, sono tornato, questo non è un jingle catchy, questi sono PTSD. Neanche la sigla di Adrian toccava tali decibel. Ok forse esagero. Tornando a noi, a metà cottura aggiungete i porri stufati e continuate a seguire il risotto. Quando vi accorgete che il chicco ha più o meno raddoppiato le sue dimensioni provate ad assaggiarlo e, se cotto, toglietelo dal fuoco.

È il momento di mantecare. Burro, parmigiano e pecorino. Trinità certa come la possibilità che un toscano, dovendo chiamare un ospite sul palco del festival, attenzione…CHIAMI UN ALTRO TOSCANO. Più gli anni passano e più Benigni diventa un incrocio tra Dobby di Harry Potter e Papa Francesco, ma va benissimo, tanto non ci resta che piangere.

Tocca impiattare, vai di qualche colpo sotto al riso per farlo appiattire bene, poi una spolverata di pecorino (se volete fare i fighi fateci due piste), mettete della mela a cubetti se l’avete, nocciole triturate e infine la granita di barbabietola. Et voilà, avete un piatto da prima serata da sfoggiare con le persone con cui avete scelto di condividere il Festival, ma mi raccomando, che siano speciali, se no poi incolpate il riso.

Ciaooo.

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