In data 25 maggio hanno suonato all’arena “Campovolo” di Reggio Emilia niente meno che gli AC/DC, gruppo hard rock australiano formatosi negli anni ‘70. Un concerto imperdibile per tutti gli estimatori del classico “dad rock”, che si tratti di padri nel vero senso della parola o come nel nostro caso di giovani cresciuti ascoltando Virgin Radio.

La formazione non era quella originale, infatti erano presenti Matt Laug alla batteria e Chris Chaney al basso al posto di Phil Rudd e Cliff Williams. Lo zoccolo duro del gruppo però è stato più che presente, con Brian Johnson alla voce e Angus Young alla chitarra solista, oltre che ad un solido Stevie Young come seconda chitarra.
È incredibile constatare l’energia che trasmettono le canzoni che suonate live non differiscono per niente dalle registrazioni, nonostante gli oltre 40 anni passati a solcare i palchi più grandi ed importanti. Quello dell’arena “Campovolo” è enorme, l’impianto luci e anche l’amplificazione è ottimale, tutto era perfetto per una grande serata di rock!
La serata è però iniziata con i The Pretty Reckless e una più che emozionata Taylor Momsen alla voce. Apprezzatissima la scelta di un gruppo di supporto capitanato da una donna, figura che purtroppo è ancora rara nella scena rock/metal (N.d.R. basti pensare che in tutte le edizioni dell’Ozzfest si contano solo due gruppi femminili e due con solo la cantante donna). Di sicuro il gruppo newyorkese è riuscito a creare l’atmosfera giusta, seppur con qualche problema audio, risolto con l’ingresso degli headliners.
Brian è partito un po’ freddo, ma fortunatamente si è subito ripreso. Qualche errorino anche alla chitarra sull’intro di “Thundestruck”, cosa che ci ricorda che incredibilmente anche gli AC/DC sono umani (e hanno la loro età).
Impossibile in ogni caso non unirsi ai cori sulle loro canzoni più iconiche e anzi c’è stato anche qualche tentativo di pogo, anche se con poco seguito (come dicono gli Atroci “metallari italiani mai volere faticare in pogare violento!”*). Adorabile poi vedere i papà sopracitati con in braccio i figli piccoli, muniti di cuffie protettive ovviamente.

Sarebbe stata forse più apprezzata da parte del pubblico delle retrovie, avendo 99.999 persone davanti, la presenza di più maxischermi per poter vedere qualcosa oltre alla punta del cappellino di Brian, ma forse questo è stato un problema relativo alla location (come il palco per i Metallica, vedasi futuro articolo). Un altro problema organizzativo è stata l’uscita a fine serata: con strade chiuse e una folla con molti membri poco sobri l’autostrada per l’inferno era quella per il ritorno in hotel.
Bisogna però ammettere che gli oltre 15 minuti di assolo alla chitarra di Angus e il coinvolgimento emotivo creato da questa storica e straordinaria band hanno instillato nel cuore di noi fan un ricordo indelebile di quello che è stato probabilmente il concerto dell’anno e, per qualcuno, della vita. Potrebbe essere l’ultimo tour degli ACDC, ma questo concerto ha segnato una degna chiusura di carriera (anche se ovviamente speriamo di no).
*La canzone citata è Pennellen degli Atroci.
Compilation di video del concerto e scaletta: https://www.rollingstone.it/musica/news-musica/ac-dc-guarda-i-video-del-concerto-a-campovolo/911336/