DIO BENEDICA GLI ANNI 0 – IL DELITTO DELLA BEAT GENERATION

C’è una storia che mi affascina particolarmente perché racchiude in sé tutto il segreto potenziale che solo le letture retrospettive possono donare. È il racconto di un episodio drammatico, ma che per caso o per fortuna ha intrecciato le vite di nomi che avrebbero rivoluzionato la letteratura americana del ‘900. Il fatto in sé ha una certa semplicità: si tratta dell’omicidio di David Kammerer operato da Lucien Carr, suo “amante”, ma meglio dire sua vittima.

Carr e Kammerer si incontrano a St. Louis nel 1936, quando il primo ha undici anni e il secondo venticinque. Basta anche solo questa informazione a far capire quanto il rapporto tra i due non fosse in alcun modo equilibrato e, anzi, avesse una connotazione predatoria ed estremamente problematica. La loro “relazione” si snodò per i successivi otto anni, fino al 1944, anno in cui al culmine di una lite Lucien Carr uccise Kammerer pugnalandolo con il suo coltellino e rovesciandone il corpo nello Hudson, con le tasche piene di sassi. Il delitto avrebbe scosso l’opinione pubblica New Yorkese sia per le sue sfumature omosessuali, sia perché a compierlo era stato un giovane ricco, bello, e di buona famiglia.

Ciò che più catalizza l’attenzione degli storici o, meglio, dei biografi, non è tanto il delitto in sé, quanto il fatto che esso travolse tre giovani uomini che si erano conosciuti proprio grazie a Lucien Carr, al tempo al primo anno della Columbia University. Si tratta del ventiduenne Jack Kerouac, del diciottenne Allen Ginsberg, anche lui matricola alla Columbia, e del trentenne William Borroughs, amico di vecchia data di Kammerer. Tutti e tre avrebbero segnato la storia della letteratura firmando, un decennio dopo gli eventi dell’omicidio, i tre capisaldi della Beat Generation: Sulla strada (Kerouach, 1957), Pasto nudo (Borroughs, 1959) e Howl (Ginsberg, 1956). Con Beat Generation si fa riferimento a un movimento di controcultura nato nel secondo dopoguerra negli Stati Uniti, che includeva al suo interno artisti, scrittori e poeti che rifiutavano un’aderenza ai valori tradizionali e ricercavano una vita più libera non solo a livello materiale, ma anche e soprattutto sul piano intellettuale e spirituale, una sfumatura spesso perseguita tramite l’abuso di sostanze. Per molti, il caso Carr-Kammerer è l’evento che ha dato origine alla Beat Generation stessa.

Ora, è indubbio che non si possa ricondurre a un singolo evento fatale un intero sottobosco culturale figlio del secondo dopoguerra, ma è altrettanto vero che la forza catalizzatrice che il delitto esercitò sui fondatori del movimento non può essere ignorata. Tutti, in qualche modo, vi sono collegati. Partiamo dall’inizio.

Kerouac, Ginsberg e Borroughs si erano ormai conosciuti e Borroughs aveva cominciato a prendere Kerouac sotto la sua ala letteraria. Con Ginsberg, si sarebbe sviluppata negli anni un intensa amicizia, con chiare sfumature romantiche e carnali. Quest’ultimo era una giovane matricola omosessuale, ancora ignaro dell’impatto clamoroso che avrebbe avuto su intere generazioni. In un contesto di grande liberazione sessuale e ad altissima carica omoerotica, Ginsberg ebbe rapporti (documentati dai suoi diari) sia con Lucien Carr che con Kammerer. Al primo avrebbe dedicato la prima edizione di Howl, un’aggiunta eliminata nelle versioni successive per richiesta di Carr stesso, desideroso di lasciarsi alle spalle l’evento delittuoso che aveva portato alla sua incarcerazione.

Borroughs, più adulto, stava per precipitare nel vortice della dipendenza da sostanze, alla base di moltissimi delle sue opere. Fu lui il primo cui Carr confessò l’omicidio, il giorno stesso del fattaccio. Borroughs consigliò subito a Carr di costituirsi e di trovarsi un buon avvocato, ma non si adoperò oltre, forse anche in quanto amico di Kammerer.

Kerouac, dal canto suo, era amico di tutti. Cominciava a dedicarsi alla scrittura che lo avrebbe consacrato all’immortalità, mentre si frequentava con la giovane Edie Parker. Dopo Borroughs, fu a lui che Carr si rivolse. In seguito alla confessione dell’omicidio, i due passarono un intero pomeriggio girovagando per New York, bevendo e guardando film. Fu una sorta di addio prima della separazione che avrebbe portato all’incarcerazione di Carr, che si costituì alle autorità il giorno seguente. Anche Kerouac fu arrestato e trattenuto in carcere in qualità di testimone chiave. Sposò Edie Parker in prigione, in modo che la famiglia di lei potesse pagargli la cauzione.

A conoscere i dettagli della vicenda non furono solo i tre più grandi nomi della Beat Generation, ma anche moltissimi altri tra scrittori, artisti o semplici curiosi, tutti frequentatori dei medesimi ambienti e amici di amici. Tra di essi, spiccano i nomi degli scrittori James Baldwin e Truman Capote.

La storia appena raccontata lasciò un segno nelle vite dei tre giovani che ne furono spettatori più o meno passivi. L’anno successivo, nel 1945, Kerouach e Borroughs scrissero a quattro mani E gli ippopotami si sono lessati nelle loro vasche (titolo la cui storia meriterebbe un articolo a parte), un titolo con una storia travagliata in cui raccontarono in maniera romanzata tutta la vicenda cambiando i nomi dei suoi protagonisti, anche i propri. Con il tempo, sono emerse le corrispondenze tra quasi tutti i personaggi citati nel romanzo e le persone in carne e ossa che ne hanno ispirato l’esistenza. Ad oggi, il libro è una preziosissima testimonianza storica e letteraria, una finestra su un evento che ha accelerato la storia della letteratura e ha scaraventato tre giovani verso vite avventurose e disastrate, ma che sarebbero diventate leggendarie.

BIBLIOGRAFIA:

Borroughs W., Kerouac J., E gli ippopotami si sono lessati nelle loro vasche, Adelphi, Milano, 2013.

Grauerholz J., Postfazione a E gli ippopotami si sono lessati nelle loro vasche, cit.

Ginsberg A., Prefazione a Junky (1977) in Junky, Adelphi, Milano, 2022.

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